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Capretta uccisa a calci ad Anagni, il pm chiede l’archiviazione. Gli animalisti: “Ci opporremo”

Capretta uccisa a calci ad Anagni, il pm chiede l’archiviazione. Gli animalisti: “Ci opporremo”

IL CASO

16 aprile 2024 | 17:30

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Capretta uccisa a calci ad Anagni, il pm chiede l’archiviazione. Gli animalisti: “Ci opporremo”

Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection: “Non si tratta di giustizialismo, ma di giustizia. Questi ragazzi devono capire che comportamenti del genere hanno delle conseguenze”

Anagni, 16 aprile 2024 – Presa a calci, caricata su una carriola e buttata come uno straccio vecchio da un ragazzo mentre gli altri riprendevano il tutto con il cellulare tra le risate generali a una festa per i 18 anni ad Anagni (leggi qui). Questo è stato il destino della dolce capretta che fece indignare tutta l’Italia lo scorso agosto. LNDC Animal Protection sporse immediatamente denuncia per uccisione di animale e istigazione a delinquere, perché una cosa del genere non doveva passare sotto silenzio e impunita.

Oggi invece potrebbe succedere proprio questo, perché il pm del Tribunale di Frosinone ha richiesto l’archiviazione del caso. Come riportato nella notifica ricevuta da LNDC Animal Protection, infatti, per il magistrato non sarebbe possibile stabilire se la capretta fosse ancora viva quando è stata trattata in quel modo o se fosse già morta. 

“Il pm, nella sua richiesta di archiviazione, ha definito le condotte di questo gruppo di giovani ‘sgradevoli e inopportune’ ma è molto di più. Si tratta di condotte pericolose, perché rivelano una totale mancanza di rispetto della vita e degli altri e possono essere indice di personalità disturbate che, quando si manifestano in giovane età, possono evolversi in gesti ancora più violenti e gravi con il passare degli anni. Anche il fatto che gli altri presenti facessero video da pubblicare sui social, come se fosse tutto un gioco molto divertente, è davvero preoccupante. Non possiamo restare a guardare senza fare nulla, quindi faremo opposizione alla richiesta di archiviazione e cercheremo di portare in tribunale le persone che si sono comportate in questo modo. Non si tratta di giustizialismo, ma di giustizia. Questi ragazzi devono capire che comportamenti del genere hanno delle conseguenze. E se le famiglie non sono state in grado di insegnarglielo, dovrà farlo un tribunale”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.

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