Fiumicino, 27 maggio 2025 – Un settore sotto pressione, un’identità da difendere, una voce da rilanciare. Si è svolto presso l’Aula Consiliare del Comune di Fiumicino il convegno-tavola rotonda “Marineria di Fiumicino: progetti e opportunità di sviluppo”, promosso da AlfaComunicazione APS, con il contributo della Regione Lazio e il patrocinio del Comune di Fiumicino.
Un’occasione di dialogo tra istituzioni, operatori del mare, rappresentanti della filiera e mondo accademico. Obiettivo: dare risposta a un comparto che troppo spesso subisce decisioni distanti dalla realtà delle coste italiane, e che oggi chiede visione, ascolto e azioni concrete.
Ad aprire il confronto. dopo i saluti di Jusy Coppola (presidente di Alfacomunicazione) è stato Roberto Severini, presidente del Consiglio comunale di Fiumicino, che ha voluto sottolineare come il Comune abbia sempre mantenuto un rapporto diretto e costante con i pescatori: «La nostra amministrazione è da sempre aperta al dialogo con la marineria. È un dovere riconoscere il valore di chi affronta ogni giorno il mare, dando dignità a un lavoro fatto di fatica, rischio, dedizione e conoscenza. La pesca non è solo economia: è identità».
Una posizione condivisa e rafforzata dal sindaco Mario Baccini, che ha lanciato un appello alle istituzioni nazionali: «Il legislatore deve prendere coscienza dei bisogni reali della marineria italiana. Non possiamo più accettare regole pensate per altri mari, per altri scenari. Fiumicino, come tante altre realtà, chiede semplicemente che si ascolti chi ha esperienza diretta».
Sul ruolo delle Regioni è intervenuto Giuseppe Cangemi, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, evidenziando il peso delle decisioni europee: «La Regione fa la sua parte, ma le scelte fondamentali arrivano da Bruxelles. E spesso penalizzano le nostre imprese. Per questo lancio una proposta concreta: coinvolgiamo attivamente gli europarlamentari eletti nel nostro collegio per portare sui tavoli europei la voce della marineria laziale e italiana».
Stefano Costa, assessore alla Pesca del Comune di Fiumicino, ha fatto eco alle preoccupazioni degli operatori: «Se guardiamo i numeri delle attività che hanno smesso di lavorare, ci spaventiamo. C’è una crisi che rischia di diventare irreversibile. Eppure, dobbiamo ricordarlo con forza: i pescatori sono i primi a tutelare il mare. Conoscono l’ecosistema meglio di chiunque altro e ne rispettano i ritmi».
Un intervento tecnico ma fortemente legato al territorio quello di Raffaello Biselli, assessore alle Attività Produttive, che ha sottolineato l’importanza della filiera: «La pesca è una voce rilevante del PIL locale. Fiumicino ha caratteristiche uniche, sia per la qualità del pescato sia per l’offerta culinaria: sul nostro territorio ci sono circa 600 ristoranti, alcuni anche stellati. La marineria alimenta non solo l’economia ma anche la cultura del territorio».
Tra gli interventi più articolati quello di Roberto Masai, vicepresidente della Federazione Nazionale Imprese di Pesca, che ha fatto chiarezza sulla situazione normativa: «Il settore è oggi gestito dalla Comunità Europea, che ha imposto il limite massimo di 150 giornate di pesca all’anno. Ma quale impresa resiste lavorando solo per 150 giorni su 365?
In Italia abbiamo circa 10.800 imbarcazioni registrate, di cui 2.600 dedicate alla pesca. Eppure, di queste un migliaio ha già fatto richiesta di demolizione. Significa che stiamo perdendo, con quelle barche, il lavoro di circa 4.000 persone, mettendo in crisi le rispettive famiglie. Serve una visione nuova: dobbiamo attivare piani di gestione locali, condivisi tra politica, marineria e Capitanerie, per poi presentarli uniti in Europa».
La prospettiva degli operatori locali è arrivata con Gennaro Del Prete, vicepresidente del GAL Pesca Lazio e presidente della cooperativa éPesca Romana: «Fiumicino rappresenta la marineria più grande del Lazio per tonnellaggio. Il GAL Lazio è stato il primo organismo attivo a livello nazionale. Facciamo la nostra parte, ma abbiamo bisogno di risposte. E abbiamo eccellenze che vanno difese, non penalizzate, come le mazzancolle delle nostre acque».
Un contributo importante è venuto anche dal Comandante della Capitaneria di Porto di Roma, Silvestro Girgenti, che ha riportato l’attenzione su due temi cruciali: sostenibilità e legalità. «In Europa bisogna far sentire di più la voce del Mediterraneo. L’Italia ha già ridotto in modo significativo lo sforzo di pesca, ma il sistema attuale punta solo sulla rottamazione. Dovremmo invece incentivare la costruzione di barche a basso impatto ambientale.
E poi c’è il tema dei prodotti in frode, venduti come italiani ma provenienti dall’estero. Difendere la tracciabilità significa tutelare chi lavora legalmente, con sacrificio. Proponiamo anche di portare l’educazione al pesce locale nelle scuole: serve una nuova cultura marinara».
Il quadro nutrizionale è stato tracciato da Luca Muzzioli, biologo nutrizionista del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza: «I dati sono allarmanti. In Italia consumiamo in media solo 33 grammi di pesce al giorno, mentre il consumo di carne è tre volte superiore. Inoltre, mangiamo sempre le stesse specie, spesso nemmeno provenienti dai nostri mari. Un dato allarmante: circa il 50% dei bambini piccoli non consuma affatto pesce. È evidente che serva un’azione educativa forte».
A concludere, l’intervento di Angelo Fanton, portavoce della rete Slow Food per i Ricci di Mare, che ha usato il paradosso come strumento di denuncia: «Nel quadrante tra Santa Marinella e Civitavecchia, un tempo infestato dalla pesca illegale, oggi non si vede più nemmeno il passaggio della Camorra…. Non perché la legge abbia vinto sul male, ma perché i ricci sono praticamente scomparsi. Questo è il segnale di un equilibrio che abbiamo rotto. Se vogliamo difendere il mare, dobbiamo farlo partendo da chi consuma: serve lavorare con i ristoratori e con le scuole, perché i bambini di oggi diventino i guardiani del mare di domani».
Il convegno si è concluso con un invito collettivo a costruire insieme il futuro della marineria italiana, partendo da territorio, cultura e ascolto. Il mare, è stato detto, è ancora vita, ma ha bisogno di essere difeso. Ora.
Poi un momento conviviale, con un menù a cura di Officina Alimentare. Gli chef Rossella Nalin cuoca alleanza Slow Food e Cristobal Velasquez dell’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ( Slow food), hanno preparato: Polpettine di branzino ai profumi del mediterraneo, Cous cous verdure e mare, Insalatina di ceci del solco dritto e calamaretti, Bresaola di tonnetto mediterraneo e ovoline del Lazio, Parmigiana di melanzane con aliciotti locali. In abbinamento vini Solis terrae (Fiumicino) e bevande Chinottissimo .