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Fiumicino, storia e impatto delle nutrie nel nostro territorio

Fiumicino, storia e impatto delle nutrie nel nostro territorio

Fiumicino, 20 giugno 2025 – La nutria è un animale che negli ultimi decenni ha suscitato molteplici discussioni riguardo alla sua presenza nei nostri ecosistemi. E’ originaria della Pampa argentina, ma grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento, è stata introdotta in Europa già negli anni ’20 del Novecento, principalmente a fini industriali. La sua pelliccia, infatti, si è rivelata particolarmente pregiata e veniva utilizzata per la produzione di capi d’abbigliamento invernali, come cappotti, colli e manicotti, molto apprezzati per la loro morbidezza e capacità isolante.

Dopo essere sfuggito a diversi allevamenti, l’animale ha iniziato a proliferare in modo incontrollato. In Italia, è diventata un abitante comune in molti ambienti acquatici, suscitando sia apprezzamenti che preoccupazioni. Conosciamola meglio.

– Le nutrie sono eccellenti nuotatrici, in grado di rimanere sott’acqua per oltre 5 minuti, una capacità che le rende particolarmente adatte a vivere in ambienti acquatici.

–   Tendono a vivere in gruppi familiari e hanno una struttura sociale ben definita. I membri del gruppo si aiutano a  vicenda per costruire tane, scavare gallerie e accudire i piccoli.

–  La nutria ha una prolificità sorprendente. Può partorire fino a 6 piccoli per volta e diventare sessualmente matura già a 6 mesi. L’alto tasso di riproduzione è uno dei motivi principali per cui la sua  popolazione cresce rapidamente.

Simili ai castori, ma con un muso più affusolato e una lunga coda cilindrica, sono in grado di svolgere un ruolo interessante nell’ecosistema. Il loro comportamento di scavo può favorire la creazione di canali sotterranei, che permettono alle acque di fluire meglio, facilitando la gestione di terreni umidi e paludosi.

Tuttavia, gli effetti negativi della nutria sono ben più gravi e di lunga durata. Essendo un animale molto vorace, si nutre principalmente di piante acquatiche e radici, mettendo in pericolo la vegetazione che protegge gli habitat di molte altre specie, inclusi pesci e uccelli acquatici. Inoltre, costruisce tane lungo le sponde dei fiumi, un modus operandi che può causare l’erosione delle rive e compromettere la stabilità del terreno. 

La presenza delle nutrie in Europa è anche legata a problemi di salute pubblica poiché portatori di malattie zoonotiche, che possono quindi  essere trasmesse dagli animali all’uomo: tra queste, una delle più note è la leptospirosi. 

Nonostante i numerosi problemi legati alla loro presenza, le nutrie non possono essere considerate solo come una minaccia. Dal punto di vista naturalistico, sono un esempio di adattabilità e resilienza,  un caso emblematico di come le specie animali possano adattarsi alle condizioni ambientali anche quando queste non sono favorevoli.  La vera sfida è trovare un equilibrio tra la salvaguardia del territorio e il rispetto per quelle specie che, costrette ad adattarsi a un habitat “straniero” in cui sono state introdotte per finalità economiche e poi abbandonate, hanno generato uno squilibrio che oggi provoca problemi complessi da gestire

Abbiamo intervistato uno dei maggiori  esperti  naturalista del nostro territorio, Riccardo Di Giuseppe, per comprendere come convivere in modo armonioso con questo affascinante animale selvatico.

1 – Nel nostro territorio capita spesso, di imbatterci in questi buffi roditori; quali sono gli atteggiamenti sbagliati e quali quelli corretti per una convivenza serena con loro?

Buona parte del Litorale  Romano essendo area di bonificaattraversato da una fitta rete di canali d’irrigazione e per lo scolo delle acque risulta essere un ambiente estremamente funzionale alla nutria. Quando ci si imbatte in questi animali è bene osservarli da lontano senza cercare di interagire con essi. Dico questo perché alcune persone anche sul nostro territorio cercano ci interagire con alcuni individui della specie portandogli del cibo; questo atteggiamento oltre che vietato è estremamente pericoloso per la fauna selvatica in generale.

2 – In che modo stanno influenzando l’ecosistema locale?

La nutria essendo una specie alloctona può manifestare interazioni conflittuali con alcune componenti del paesaggio. Dal punto di vista della fitocenosi, la diminuzione, di molte specie vegetali acquatiche può essere imputabile all’intensa attività trofica condotta da questo roditore; l’interazione di questo animale con altre specie, invece, può manifestarsi sia in modo diretto come il danneggiamento di nidi e predazione di uova e nidiacei di alcuni uccelli, oppure in modo indiretto, basti pensare al disturbo prolungato che possono arrecare, come la diminuzione o eliminazione della vegetazione ripariale fondamentale per l’ecologia ed etologia di molte specie.

3 – Quali comportamenti adottare per proteggere giardini, coltivazioni e infrastrutture agricole dalla presenza delle nutrie, senza ricorrere a metodi dannosi o invasivi?

La nutria, mostrata interazioni conflittuali con varie componenti dell’agroecosistema nel Litorale Romano. Dove, infatti, la densità della popolazione risulta essere elevata, la specie può arrecare problemi alle colture e alle attività agricole: tutto ciò può tradursi in danni ad alcune coltivazioni con conseguenti perdite economiche. Le coltivazioni più colpite sono i cereali (granoturco, frumento) ma anche gli ortaggi (carota, melone, cocomero). Le colture maggiormente a rischio sono quelle ubicate in prossimità di corsi d’acqua. Con lo scavo di tane ipogee e gallerie la specie compromette, inoltre, la stabilità degli argini delle strutture irrigue, causando continui franamenti e rischio di infiltrazioni. Oggi sono vari i metodi incruenti di contenimento della specie come i sistemi da attuare per la prevenzione dei danni (recinzioni, protezione meccanica degli argini). Il controllo numerico delle popolazioni selvatiche deve, di norma, essere attuato con metodi ecologici. Purtroppo accade che alcuni proprietari terrieri senza autorizzazioni posizionino lacci e gabbie-trappole artigianali, per la cattura delle nutrie che portano alla morte cruenta di questo roditore ma anche di altre specie, come ìstrice, tasso e volpe.

4 – La nutria è considerata una specie invasiva e dannosa: questa reputazione è la stessa di cui “gode” anche nelle sue zone d’origine, in Sud America?

Il Myocastor coypus è nativo della regione patagonica del Sud America; è una specie presente nelle grandi distese umide dell’Argentina, dove rappresenta la più importante risorsa selvatica Anche li, la specie non gode di una buona situazione e reputazione. Le popolazioni sono maggiormente influenzate dalle attività antropiche (predazione, avvelenamento) piuttosto che da altri fattori, come le risorse alimentari, le condizioni climatiche, oppure le malattie infettive.Infatti, la red list della IUCN considera la specie minacciata in Argentina, in quanto quasi del tutto scomparsa dalla regione nativa.

5 – Negli ultimi anni, nella vicina oasi della LIPU a Ostia, si è registrata la scomparsa delle nutrie, un tempo presenti in gran numero. Quali sono le cause di questa improvvisa assenza?

La natura come sempre riesce a trovare un equilibrio. Oggi il numero degli individui presso il CHM di Ostia  risulta essere in netta diminuzione e questo grazie alla presenza della volpe che trova nella specie una risorsa trofica importante. Questa tendenza si riscontra anche nel paesaggio agricolo della Riserva Litorale Romano dove oltre alla volpe anche il lupo risulta essere un  predatore naturale capace di contenere la specie.   


Due trappole artigianali per Nutria sequestrate durante un attività di antibracconaggio all’interno della Riserva Litorale Romano.

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