Fiumicino, 7 maggio 2025- Tra i canneti delle zone umide, i campi coltivati e le aree boschive del Comune di Fiumicino, non è raro imbattersi, soprattutto con l’arrivo della bella stagione, in qualche serpente intento a scaldarsi al sole o a muoversi silenziosamente tra l’erba alta. Una visione che può suscitare timore, ma che nella stragrande maggioranza dei casi è del tutto ingiustificata.
“Tra i rettili, i serpenti – spiega Riccardo Di Giuseppe, naturalista e zoologo – sono senza ombra di dubbio animali che hanno destato nell’uomo fin dall’antichità fascino ma anche alimentato molte superstizioni e calunnie. Solitamente i serpenti erano ritenuti malefici e demoniaci e si diceva che fossero raccolti e usati dalle streghe per i loro veleni e i loro oscuri poteri. Le maldicenze etologiche hanno, infatti, portato a un vero e proprio declino di molte specie ritenute velenose e quindi pericolose. I serpenti, in realtà, sono animali straordinari, non sono pericolosi e svolgono un ruolo chiave negli ecosistemi e nella rete alimentare”.
I serpenti presenti nel territorio di Fiumicino sono per lo più innocui per l’uomo. Appartengono a specie autoctone e svolgono un ruolo fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema, contribuendo al controllo naturale di roditori e piccoli animali. In un ambiente sano e biodiverso, conoscere le specie più comuni, saperle distinguere e sapere come comportarsi in caso di incontro può aiutare a superare paure infondate e a convivere serenamente con questi animali tanto importanti quanto spesso fraintesi.
“Conoscere le specie è fondamentale – continua Di Giuseppe – come comprendere le molteplici ragioni e cause del declino delle popolazioni di serpenti; tra queste la perdita di habitat, la caccia e persecuzione, il commercio illegale di animali esotici, gli incendi e il cambiamento climatico. I cambiamenti climatici possono alterare l’habitat dei serpenti e ridurre la disponibilità di prede”.
Di Giuseppe è autore, insieme a Mauro Grano, naturalista e fotografo naturalista, del libro Anfibi e rettili del litorale romano. Aspetti naturalistici, storici e folcloristici, un testo nato dal desiderio di rendere omaggio a questo territorio. “Tanto più si ama un territorio – spiegano – tanto più si soffre quando questo viene oltraggiato dalla mano dell’uomo, soprattutto quando si vedono sparire ambienti ideali per tanti animali che troppo spesso vengono uccisi per mancanza di un’adeguata conoscenza”.
Tra le specie più diffuse nel territorio troviamo il biacco (Hierophis viridiflavus), uno dei serpenti più comuni in Italia centrale, riconoscibile per la colorazione nera con screziature gialle e una lunghezza che può arrivare a 190 cm. È completamente innocuo e utile per il controllo di roditori e piccoli vertebrati.
Un’altra specie molto presente è la natrice dal collare (Natrix helvetica), spesso confusa con la vipera a causa della testa triangolare. Si tratta però di una biscia d’acqua, non velenosa, che preferisce ambienti umidi come fossi e fontanelle e si nutre principalmente di anfibi e piccoli pesci.
Il saettone (Zamenis longissimus), noto anche come colubro di Esculapio, è un serpente agile che può superare i 150 cm, capace di arrampicarsi sugli alberi e cibarsi di piccoli mammiferi e uccelli. Tra i più imponenti, il cervone (Elaphe quatuorlineata) può raggiungere i 180 cm di lunghezza. Si distingue per il corpo marrone-grigiastro attraversato da quattro linee scure longitudinali. È lento nei movimenti e predilige ambienti ricchi di vegetazione.
Infine, la vipera comune (Vipera aspis) è l’unica specie velenosa presente nell’Italia centrale. Gli avvistamenti nel territorio di Fiumicino sono tuttavia molto rari. È lunga meno di un metro, ha la testa triangolare e una colorazione variabile. Il suo morso può essere pericoloso, ma raramente è letale per l’uomo.
Nel caso ci si imbatta in un serpente, è fondamentale mantenere la calma. Bisogna osservarlo a distanza di sicurezza, evitando di avvicinarsi. Non si deve tentare né di catturarlo né di ucciderlo: oltre a essere pericoloso, molte specie sono protette dalla legge. Il D.P.R. 357/1997, che recepisce le direttive europee sulla tutela della fauna selvatica, vieta espressamente la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio degli esemplari, così come la distruzione o il danneggiamento del loro habitat naturale.
Se il serpente si trova in un’area frequentata da persone o appare in difficoltà, è opportuno contattare la Polizia Locale o i Vigili del Fuoco, che sapranno gestire la situazione in modo adeguato. Una piccola curiosità, per concludere: la paura intensa e irrazionale dei serpenti è nota come ofidiofobia.